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Uomini o bambini?

19 luglio 2012

Ron English, “The Eternal Infacy of Art”

Nel dibattito a cui FP ha partecipato qualche giorno fa, durante la discussione, a fronte del riconoscimento da parte nostra del fatto che il lavoro di cura è ancora quasi del tutto appannaggio delle donne (questo nella maggior parte dei casi e in misura schiacciante se valutato rispetto ad altre isole felici come la Svezia), c’è stato un intervento che puntualizzava come questa situazione sia anche colpa delle donne, o meglio delle mamme che, nell’educazione dei figli (maschi) perpetuano quella che Bourdieu chiama la divisione sessuale del lavoro (uomo lavoro fuori casa, donna lavoro dentro casa). Sarebbe colpa delle mamme e quindi delle donne se gli uomini non partecipano in alcun modo a lavori di cura e se, fuori dalla famiglia di origine,  rifiutano dividere equamente il carico di questo tipo di lavoro.

Non si può negare l’evidenza del fatto che le donne stesse hanno interiorizzato questa divisione sessuale del lavoro, per cui in un certo qual modo “la colpa” è di quelle mamme che educano i loro pargoli maschi a non fare alcun lavoro domestico, tuttavia le cose (come sempre) sono un po’ più complicate di così. È semplice e liberatorio dare ancora una volta la colpa alle donne perché perpetuano loro malgrado un modello sbagliato, che condiziona in maggiore o minore grado metà della popolazione mondiale, che tuttavia loro non hanno né scelto né imposto.

Ma io mi chiedo: è così difficile da parte degli uomini rinunciare a questo (misero) privilegio? Pur riconoscendo l’equità tra uomini e donne perché  si è ancora così restii a superare la divisione sessuale del lavoro e suddividere equamente il lavoro di cura?

E soprattutto un qualsiasi essere umano non dovrebbe desiderare di  essere in grado di sopravvivere senza qualcun altro che si occupi della sua sussistenza, della pulizia di sé e del luogo in cui vive. La tua virilità non dovrebbe essere diminuita dai lavori di cura, ma dovrebbe essere il contrario, sono i bambini che rischiano di morire di fame perché non sanno cucinare nemmeno un uovo sodo, che rischiano di essere sommersi dalla propria binacheria perché non sanno fare la lavatrice, un uomo lo dovrebbe sapere fare.

Si  parla tanto della “dignità” delle donne, un essere umano degno dovrebbe saper badare a se stesso (come tutte le donne) non avere bisogno della serva.

3 commenti
  1. Paolo1984 permalink
    19 luglio 2012 13:25

    ciò che i genitori fanno o non fanno certamente ci influenza nel bene e nel male..vale per la madre e per il padre

  2. 19 luglio 2012 23:33

    L’educazione di un figlio non dipende solo dai genitori. Noi siamo immersi in una società, non viviamo su un’isola deserta. I bambini assorbono tutti gli stimoli che ricevono, non solo quelli provenienti da mamma e papà. Ci sono i nonni, l’asilo, la scuola, il doposcuola (sport o altro), la tv, i vicini, gli amici… Se la donna in questa società ricopre un ruolo marginale, e spesso è svilita in primis dal suo stesso compagno, con quale autorevolezza può imporre ai propri figli una percezione diversa dei ruoli che la società impone?
    Siamo tutti ugualmente colpevoli, uomini e donne, del perpetuarsi di uno sterotipo.
    Sostenere che “le madri lo sono di più”, rafforza solo lo sterotipo stesso.

  3. 19 luglio 2012 23:34

    Ovviamente volevo scrivere stereotipo… Ma è troppo tardi, ed è meglio che io vada a dormire…

I commenti sono chiusi.