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“Questa magia che brucia…” – Piccola rassegna di poesia delle donne

21 febbraio 2015

Report dell’evento

 

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Ieri, venerdì 20 febbraio 2015, presso il Centro Universitario (via Zabarella, 82), si è svolto il nostro evento “Questa magia che brucia…” – Piccola rassegna di poesia delle donne.  Nicoletta Maragno, nota attrice, ha letto per noi alcune poesie delle poetesse più note ed amate, accompagnata dal violoncello di Claudia Cecchinato che sulle note di Bach ha fatto da cornice all’intenso recital di Nicoletta.

L’evento, per come l’abbiamo pensato, non doveva essere solo un’iniziativa a sostegno della nascita della Libreria delle donne di Padova; abbiamo desiderato (e sperato) che fosse un’occasione per presentarci alla città e far conoscere noi e il progetto Lìbrati – La Libreria delle donne di Padova.  E il nostro desiderio e la nostra speranza non sono state disattese, amiche e amici, conoscenti, e tante cittadine e cittadini padovani hanno partecipato con entusiasmo alla nostra iniziativa.

In una sala gremita, Nicoletta Maragno ha riletto e interpretato in maniera intensa e toccante alcune poesie di Alda Merini, Mariangela Gualtieri, Antonia Pozzi, Emily Dickinson, Wislawa Szymborska) accompagnata dalle musiche eseguite da Claudia Cecchinato, giovane e talentuosa violoncellista. Nicoletta ci ha regalato un estratto e una gustosa anticipazione del suo recital “Questa magia che brucia…” che porterà presto in scena.

Siamo felici e orgogliose della risposta della città al nostro evento, pensiamo sia un buon segno che tante persone si ritrovino insieme per godere della poesia e in particolar modo della poesia femminile. Sicuramente un buonissimo auspicio per la Libreria delle donne di Padova.

Un ringraziamento di cuore a Nicoletta Maragno e Claudia Cecchinato  che si sono rese gentilmente disponibili e a tutte le persone che hanno partecipato all’evento. Grazie e #Lìbrati!

 

I luoghi “delle donne”

13 febbraio 2015

Sorelle, a voi non dispiace
ch’io segua anche stasera
la vostra via?
Così dolce è passare
senza parole
per le buie strade del mondo –
per le bianche strade dei vostri pensieri.

da Antonia Pozzi, Sorelle, a voi non dispiace, 1930.

Tebo Marzari, Gioia e rivoluzione

Tebo Marzari, Gioia e rivoluzione

Non siamo impermeabili a ciò che ci circonda.

L’ambiente nel quale viviamo “entra” in noi, influenza ciò che siamo, quello che pensiamo e facciamo. Ma, vale anche l’inverso. Ciò che siamo “esce” da noi, attraverso le nostre azioni, determinando l’ambiente in cui viviamo.

La nostra permeabilità all’ambiente se, senza dubbio, da un lato ci rende fragili, in ciò che siamo, dall’ altro lato ci rende capaci di uscire da noi e cambiare il mondo. La fragilità è quindi, insieme, forza.

Quando parliamo di ambiente intendiamo un insieme di elementi, tra i quali, innanzitutto, i luoghi concreti in cui la nostra vita si svolge: case, uffici, strade, bar, piazze… Si può ben vedere che ci sono luoghi e luoghi. Non solo. Ci sono luoghi e “nonluoghi”. Creazioni umane, entrambi influenzano le nostre vite e noi stessi, cambiandoci.

La distinzione tra luoghi e nonluoghi è opera dell’antropologo francese Marc Augé. «Se un luogo» egli sostiene nel suo Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernità (Elèuthera, 2009) «può definirsi come identitario, relazionale, storico, uno spazio che non può definirsi né identitario, né relazionale, né storico si definirà un nonluogo» (pag. 73). Egli faceva riferimento ad alcuni tipi di spazi che erano nati e si erano sviluppati in quella che egli definisce la “surmodernità”: centri commerciali, aeroporti, autostrade.

Non-indentitario. Seguendo la definizione di Augé, lo spazio del nonluogo  non crea identità singole, bensì identità condivise: i nonluoghi  spingono alla “similitudine”, creano dei modi di comportamento standardizzati e uniformati. Si fa come gli altri, dice Augé, «per essere se stessi». Non identitario significa quindi un luogo che non promuove la differenziazione ma l’uniformazione.

Non-relazionale. La similitudine, come modo di comportamento, è resa possibile e promossa dall ’assenza di relazioni che caratterizza i nonluoghi. Essi si costituiscono ed hanno caratteristiche tali da sfavorire il legame tra i soggetti che lo popolano, o meglio, percorrono. Stringere legami in un nonluogo, chiacchierare, discutere, conoscersi, è davvero “fuori luogo”. L’assenza di relazione del nonluogo quindi è ciò che promuove l’uniformazione di chi lo abita.

Senza relazione, senza il confronto e l’incontro, l’identità del singolo non acquisisce forza, ma al contrario, si perde.

L’uniformazione dei nonluoghi  non si fonda sulla relazione, ma il contrario. Quando l’identità presupposta è condivisa e l’anonimato il modo di stare con gli altri, la possibilità di relazione viene meno: essa non ha senso né spazio. Ecco che non creando un sociale organico ma una “contrattualità solitaria” il nonluogo diventa, pur essendo caratterizzato dalla presenza massiccia di individui che lo percorrono, il luogo della solitudine e dell’identità che si perde.

Non-storico. Terza caratteristica della surmodernità e delle sue conseguenze antropologiche  ha a che fare con il rapporto alla storia: il nonluogo è senza storia nel senso che non integra in sé spazi della memoria e del passato. La modernità, ci spiega Augé, non cancellava i “ritmi antichi”, la surmodernità sì: essi sono superflui nella costituzioni dei nuovi nonluoghi. Se l’identità è condivisa e la relazione bandita, il rimando alla storia è più che superfluo, è un  ostacolo.

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Anche l’arte sostiene la Libreria delle donne di Padova

16 gennaio 2015

Care amiche e cari amici,
la nostra campagna di crowdfunding #Lìbrati! per sostenere l’apertura della Libreria delle donne di Padova continua. In tante e tanti ci state sostenendo con le vostre donazioni, iniziative e idee. Un artista e tre artiste milanesi affermate e apprezzate (Vittoria Chierici, Corrado Levi, Yari Miele, Rosa Maria Rinaldi) ci hanno donato alcune delle loro opere d’arte, permettendoci di metterle in vendita al prezzo politico di 300 euro. Il ricavato della vendita andrà a coprire le spese necessaria all’apertura della Libreria.
Qui di seguito potete ammirare le foto delle bellissime opere che ci sono state donate, accompagnate da una breve descrizione e da qualche informazione sull’autore e sulle autrici.
Per ulteriori informazioni sull’acquisto dei quadri contattateci mandando una mail a libreriadelledonnepadova@gmail.com

 

vittoria chiericiweb

Queste opere sono dipinte da Vittoria Chierici durante un viaggio su una nave cargo seguendo la rotta chiamata “the great circle”, la via più breve che unisce l’Europa e le Americhe lungo il 50° parallelo. Il colore, forte e luminoso, domina la rappresentazione, creando e richiamando il movimento e la potenza del mare, l’elemento in cui l’artista ha scelto di immergensi completamente. Con queste due opere fortemente evocative, l’artista permette allo spettatore di accedere alle proprie sensazioni e al proprio personalissimo processo creativo.

Dimensioni: 32 x 25; 3o x 22

Vittoria Chierici è una conosciuta artista nata a Bologna, ha vissuto a New York e a Milano,  sviluppa un approccio personale all’arte che rivela la sua natura multimediale, gestuale, nomade, in equilibrio tra passato e innovazione.
http://www.vittoriachierici.com/

Aggiornamento: le due opere di Vittoria Chierici sono state acquistate. Grazie. 

yari mieliweb

Yari Miele  si dedica all’esplorazione dei diversi modi di percepire le radiazioni luminose nello spazio, nell’intersezione tra luce naturale e luce artificiale e nel tempo, considerando due livelli percettivi: il tempo dell’attesa e quello dell’esposizione del fatto luminoso.
In questa affascinante fotografia emerge con forza il gioco tra illusione e realtà e l’attenzione per la struttura fisica e mentale dello spazio segnato dagli eventi luminosi che modificano percettivamente la nostra esperienza del mondo.

Dimensioni: 39 x 29

Yari Miele
Artista nata a Cantù nel 1977, vive tra Milano e Cantù. Ha all’attivo diverse mostre personali e collettive.
http://yarimiele.com

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In questo specchio Corrado Levi propone a chi guarda un nuovo modo di fruire dell’opera d’arte, non più come spettatore passivo della creatività altrui ma come protagonista del momento artistico. Lo spettatore rispecchiandosi entra nell’opera d’arte e diviene tutt’uno con essa. Tramite l’interferenza creata dall’artista sullo specchio, la sua superficie ne viene modificata così come la percezione dell’immagine. L’artista, con questa raffinata opera d’arte, invita lo spettatore a ri-guardarsi, a rivedere se stesso e il mondo con uno sguardo rinnovato e interrogante.

Dimensioni: 30 x 29

Corrado Levi, pittore, scrittore, architetto e critico è una figura importante dell’arte e della cultura italiane. Artista poliedrico, si è occupato anche di diritti civili, il valore della sua opera è ampiamente riconosciuto e le sue opere molto apprezzate.

 

rosamariarinaldiweb

 

In questo quadro di Rosa Maria Rinaldi emergono con forza due aspetti: l’attenzione per il colore e l’elemento femminile. Una figura femminile quasi esotica, o forse mitica, tratteggiata da pennellate veloci e decise che conferiscono movimento e spontaneità, elemento quest’ultimo tipico dell’opera dell’artista. Il viaggio, la tradizione, un tempo femminile di attesa prendono forma attraverso la spontaneità del gesto artistico e della stesura del colore in questa intrigante opera d’arte.

Dimensioni: 49 x 34

Rosa Maria Rinaldi, giornalista specializzata in architettura e design si avvicina alla pittura da autodidatta. È interessata alla marginalità geografica, fisica, mentale e artistica.
http://www.rosamariarinaldi.it/

 

Un ringraziamento speciale agli amici di Cutesnail Project che hanno realizzato le fotografie delle opere.

 

Buone feste!

22 dicembre 2014

Un affettuoso augurio dalla redazione di Femminile Plurale e

dalla Libreria delle donne di Padova

 

christmas tree

 

Care lettrici e cari lettori

quest’ ultimo periodo dell’anno è un momento di festeggiamenti ma anche un periodo di bilanci. Come avrete potuto constatare le pubblicazioni sul nostro blog sono state un po’ meno frequenti del solito, questo perchè come molte e molti di voi sanno stiamo mettendo anima e corpo in un nuovo progetto, che ci entusiasma e ci dà gioia, quello di aprire una Libreria delle donne a Padova.  Un progetto che abbiamo sognato e desiderato da tempo e che finalmente stiamo concretizzando, spinte dal desiderio di costruire un luogo fisico che dia continuità e nuova linfa al lavoro che da anni portiamo avanti sul blog Femminile Plurale da sempre caratterizzato dall’attenzione alla cultura e alla politica delle donne.  A sostegno del progetto abbiamo lanciato una campagna di raccolta fondi. Siamo felici di condividere con voi i progressi della nostra campagna #Librati! Sostieni la Libreria delle donne di Padova.

Siamo profondamente grate a tutte e tutti voi che, con il vostro sostegno, avete scommesso su di noi e sul nostro desiderio di costruire una Libreria delle Donne, una libreria speciale, che manca non solo nella città di Padova, ma in tutto il Triveneto. Siamo convinte che la sua realizzazione potrà dare nuova linfa alle relazioni tra tutte le realtà che lavorano nel nostro territorio, persone, associazioni, istituzioni.

La nostra campagna di raccolta fondi sta dando risultati inaspettati grazie alla generosità di tutte le donne e gli uomini che credono nelle buone pratiche nate dalla politica e dalla presa di parola delle donne. La strada però è ancora lunga e ci troviamo ancora lontane dall’obiettivo, per questo la campagna continua, sia tramite il web, sia nella città di Padova, dove stiamo organizzando degli eventi previsti per i mesi di Gennaio e Febbraio.

Vi ricordiamo che è possibile sostenere il progetto con una donazione tramite il sito di crowdfunding Produzioni dal Basso, vi segnaliamo inoltre che per chi avesse poca dimestichezza con i pagamenti online, è possibile contribuire alla nascita della Libreria anche con un semplice bonifico bancario sul conto MIRAS SRL IT92C 03104 03227 000000820660.

Quest’anno per Natale fai un regalo a te e alla città… Lìbrati! Sostieni anche tu la Libreria delle donne di Padova.

Un affettuoso augurio di trascorrere delle festività serene e felici

Chiara Melloni, Ilaria Durigon, Laura Capuzzo

redazione di Femminile Plurale e Libreria delle donne di Padova

L’istinto materno a Santa Croce Camerina

11 dicembre 2014

Questa mattina a Prima Pagina Concita De Gregorio, elegantemente e professionalmente, ha dedicato poche frasi alla vicenda di Loris, il bambino ucciso a Santa Croce Camerina. Ha fatto notare, però, che nelle ultime ore sono tre le donne ad essere state uccise. Rossella a Pesaro è stata massacrata dal marito a bastonate. A Paula il marito ha sparato ad Ancona, dopo che il loro bambino aveva provato a farle scudo con il proprio corpo. Gisella a Rapallo è morta prima di vedere che suo marito uccideva anche il figlio, gettandosi con lui dal quinto piano. Tutti casi a cui si dedica una lettura distratta, eccitata al massimo da qualche particolare cruento. Ma il caso di Veronica Panarello – epiteto: “la mamma di Loris” – occupa i titoli di apertura dei tg, le prime pagine dei giornali e i pensieri della gente. Perché questa differenza di trattamento? Pubblichiamo con piacere una riflessione di Lea Melandri su questo tema.

Madri snaturate?

di Lea Melandri

È fin troppo facile accanirsi contro la madre che uccide un figlio, finché si considera la donna spinta da un “naturale” istinto materno all’amorosa cura dell’essere che ha messo al mondo. Più difficile interrogarsi di quali cambiamenti, conflitti, sofferenze e sentimenti ambivalenti è fatta la maternità, vissuta spesso in solitudine anche nell’ambito famigliare.

Sulla madre del piccolo Loris ha imperversato – come sempre in questo casi – la stampa, e ora, nel carcere dove è rinchiusa, si aggiungono le grida insultanti degli altri carcerati. Come mai non succede lo stesso quando è un padre a uccidere la moglie e il figlio? Perché su questa doppia violenza si sorvola, presupponendo che in questo caso la “natura” spinga l’uomo a liberarsi delle persone che gli sono legate biologicamente e sentimentalmente? La definizione di ciò che è “naturale” appartiene in modo evidente alla cultura del sesso dominante, ma affrontarla con le consapevolezze che abbiamo oggi incontra purtroppo ancora molte resistenze.

Eppure non mancano studi, ricerche, libri che analizzano l’infanticidio, e le differenze che passano tra uomini e donne anche in questo caso.

Nel Prefazione alla ristampa del libro di Glauco Carloni e Daniela Nobili, “La madre cattiva. Fenomenologia, antropologia e clinica del figlicidio” (Guaraldi 2004), si legge:

«Ci sembrò allora importante contribuire con uno scritto dai toni anche un poco provocatori e polemici, a scuotere queste comode e fallaci sicurezze dimostrando che i maggiori pericoli per i bambini, come aveva del resto già sostenuto nel 1932 Ferenczi (…) vengono dall’interno della casa, di quel groviglio incandescente di emozioni e conflitti, tanto intensi quanto spesso mal controllati, da cui è costituito il rapporto tra madri e figli. E poiché soprattutto la figura della madre era alonata e protetta da uno specifico tabù che la voleva totalmente buona ed amorevole, disposta al sacrificio di sé stessa per i propri piccoli (…) mentre venivano trascurati i segni che potevano dimostrare l’esistenza, accanto all’amore, di un’aggressività altrettanto intensa, decidemmo di appuntare la nostra indagine soprattutto sui comportamenti materni (…) Si voleva tentare di combattere lo stereotipo della madre “buona” e nello stesso tempo ridurre la distanza difensiva e accusatoria nei confronti delle “cattive” madri, contribuendo ad una conoscenza più approfondita dell’aggressività verso i propri figli, sempre ed inevitabilmente presente in un rapporto tanto più intenso e continuativo di qualsiasi altro».

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#Lìbrati! Sostieni la Libreria delle donne di Padova

3 dicembre 2014

Il sito di Produzioni dal Basso dove si trova la campagna #Lìbrati!  Qui

Seguiteci su facebook e twitter

Ciao! Siamo Chiara Melloni, Ilaria Durigon e Laura Capuzzo, abbiamo poco più di trent’anni e ci siamo conosciute da studentesse a Padova. E’ bastato poco per innamorarsi di questa città e dopo svariati anni di studio e lavoro in giro per il mondo, l’abbiamo scelta come nostra patria d’elezione. Perché Padova? Padova è una città bellissima, ricca di arte e di cultura, ricca di potenzialità inespresse… il luogo adatto per il progetto che avevamo in mente.

Stiamo per aprire una Libreria, un luogo capace, secondo noi, di ravvivare la vita della città e del suo centro storico. Una libreria cambia il volto di una città. Essa è molto più che uno spazio di commercio di libri. E’ un luogo in cui conoscersi e incontrarsi. Un luogo dove tessere relazioni. Uno spazio di socialità dove ciascuno si senta a casa. E’ un luogo dove discutere, imparare, confrontarsi. Dove creare circuiti virtuosi di amicizia, conoscenza, dove poter essere felici dando spazio alle proprie passioni.

La nostra libreria non sarà una libreria qualsiasi ma una libreria delle donne. Qualcuno si chiederà cos’è una libreria delle donne… è una libreria specializzata sul mondo culturale femminile: arte, poesia e letteratura di donne, studi di genere, un luogo dove preservare e tramandare il prezioso sapere delle donne, per farne buon uso nel presente e portarlo con noi nel futuro.

Il nostro progetto si sta realizzando, ma abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti voi per portarlo avanti.

Dopo un paio di anni di lavoro, ci manca una piccola somma di denaro per coprire le ultime spese e accogliervi in Libreria. La somma ammonta a non più di 15.000 euro.

Come puoi fare per aiutarci? Semplice!

Passo numero uno: SPARGI LA VOCE! Basta un click. Condividi questa pagina e il video con i tuoi amici e familiari tramite il passaparola e i social network. Aiutaci a raggiungere più persone possibile. Condividi l’hashtag #Lìbrati e inviaci una tua foto con il cartello #Lìbrati! (ne trovi uno nella sezione file) per sostenere il progetto. La tua immagine/autoscatto sarà inserita in un nuovo video che posteremo a Gennaio.

Passo numero due: ABBIAMO BISOGNO DELLA TUA OPINIONE! La Libreria delle donne sarà uno spazio per tutte e tutti, per questo ci piacerebbe conoscere la tua opinione sul nostro progetto, ma non solo… libera la fantasia: quali sono i tuoi desideri, le tue aspettative, cosa vorresti trovare in libreria? Costruiamo insieme la Libreria delle donne di Padova.

Passo numero tre: DONA! Aiutaci con un contributo, anche piccolo, che ci permetta di coprire le ultime spese e di far partire il progetto. Facciamo prendere il volo alla Libreria delle donne di Padova!

Come donare:

Puoi donare qui attraverso Paypal.

Se non hai un account Paypal ma vuoi aiutarci ugualmente, puoi fare un versamento tramite bonifico bancario a:

MIRAS SRL   IT92C 03104 03227 000000820660

Nella sezione file trovi una cartolina con questi dati, da salvare sul tuo pc.

Passo numero quattro: ORA TOCCA A NOI! A tutti coloro che parteciperanno sarà regalata la tessera delle Libreria e un simpatico gadget.

Lìbrati con noi! Facciamo questo regalo alla città!

#Lìbrati! Sostieni la Libreria delle donne di Padova!

La passione di una figlia ingrata

11 novembre 2014

Recensione a Saveria Chemotti, La passione di una figlia ingrata, L’Iguana, 2014.

frontespizio figlia ingrataCi sono libri in cui l’impronta femminile è immediatamente evidente. Si capisce subito che sono stati scritti da donne, senza bisogno d’altro che leggerne le prime righe. Il libro di Saveria Chemotti è uno di questi. Da donna, l’ho sentito immediatamente ‘mio’. L’ho letto tutto d’un fiato, rapita da una scrittura originale, raffinata e ‘popolare’ insieme, autentica quindi, una scrittura piena di vita.

La passione a cui accenna il titolo è il percorso di amore e dolore che porta la protagonista a dire addio alla madre, una madre affetta da una male che, inesorabilmente, la priva della sua identità e della sua memoria, e che alla fine la conduce alla morte. Nonostante la malattia che ne sconvolge la personalità, la madre conserva inalterata la sua potenza simbolica, una potenza che irrompe proprio nel momento in cui la sua fine diventa vicina.

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Si può scegliere liberamente la propria illibertà?

20 ottobre 2014

Ovvero: il velo come simbolo

Anyla Quayyum Agha, "Intersection" [Installazione]

Anyla Quayyum Agha, “Intersection” [Installazione]

La settimana scorsa ho partecipato alla presentazione del libro di Giuliana Sgrena (presso la Libreria Zanetti di Montebelluna,TV), Rivoluzioni violate, pubblicato quest’anno da Il Saggiatore. Si tratta di un libro in cui si indaga il ruolo che le donne hanno avuto nelle cosiddette “primavere arabe”, della questione di genere come aspetto centrale nelle rivendicazioni rivoluzionarie e il ruolo che essa ha avuto, se così potremmo dire, nel loro “fallimento”, nel “voto islamista” che le ha seguite. Si tratta di un libro scritto con grande competenza, esempio di un giornalismo serio e, oggigiorno, anche raro.

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Report Matri-arkè – Pistoia 4-5 ottobre 2014

13 ottobre 2014

matriarkè copertina

Già il titolo “Matri-arkè” è di per sé evocativo, ma forse lo è ancor di più il sottotitolo: “Il futuro di un’immagine arcaica” è che stato scelto per il convegno tenutosi il 4 e il 5 ottobre a Pistoia. Il convegno è stato splendidamente organizzato dalle “Zie di Sofia” in collaborazione con il comune di Pistoia e il polo universitario Uniser.

Raccontare chi sono e cosa fanno le “Zie di Sofia” è utile a comprendere in che modo è avvenuto il concepimento e la gestazione del convegno “Matri-arkè”. Un gruppo di donne pistoiesi fonda un circolo di lettura dove si affrontano opere filosofiche, di narrativa fino ad approdare alle opere di Maria Gijmbutas e poi alle opere di Heide Göettner-Abendroth, considerata unanimemente (in ambito accademico e non) la fondatrice degli Studi matriarcali moderni. Nasce così il desiderio di un momento collettivo di incontro per confrontarsi sul matriarcato e sui suoi principi, che fornisca nuove energie per il cambiamento complessivo della società che molte donne (femministe, ambientaliste, donne delle istituzioni, madri, streghe, sacerdotesse eccetera) desiderano per la nostra società.

Una due giorni dal programma densissimo che inizia con l’anteprima nella serata di venerdì 3 ottobre. Una visita guidata alla mostra “Le Pomone e il mito della grande madre” e la proiezione del documentario “Nu Guo. Nel nome della madre” e l’incontro con la regista Francesca Rosati Freeman. Il documentario racconta la vita e la società dei Moso, una minoranza etnica di circa 40000 persone che vive nella regione dello Yunnan (Cina). Essi sono una delle società matriarcali ancora esistenti oggi nel nostro pianeta. Qui il trailer del video

Donne Moso

Donne Moso

Quello che segue è un report delle giornate di sabato e domenica a cui ho partecipato, sperando di fare cosa utile per coloro che non hanno potuto parteciparvi e come sentito ringraziamento alle Zie di Sofia per il meraviglioso lavoro svolto.

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Non vi sarà dato di avere donne in catene e una umanità felice

10 ottobre 2014

Il fatto che a Napoli un ragazzino sia stato violentato da alcuni ragazzi più grandi con un compressore ci racconta alcune cose precise: 1) se il ragazzino non avesse riportato i danni – che invece purtroppo ha riportato – all’intestino, ciò che gli è accaduto sarebbe stato assimilato dalla sua comunità per lo “scherzo” che i genitori degli aggressori tuttora sostengono che sia, 2) la violenza è un codice di relazione accettato, tollerato, sostenuto, appoggiato, praticato da grandi e piccini, 3) il tasso di corrispondenza delle donne al canone estetico loro imposto è stato culturalmente considerato sinonimo del loro valore (tanto più sei “bella”, tanto più hai valore, tanto più sei “brutta”, tanto più la tua persona, la tua vita, le tue preferenze sono disprezzabili): è stata questa l’anticamera del contagio per uomini, ragazzi e bambini, con l’aggiunta che i meccanismi di diversità / esclusione / violenza maschile sono diffusi e brutali. Per questo, anche per questo, il femminismo ha qualcosa di valore da dire non solo alle donne, ma all’umanità tutta. Non vi sarà dato di avere donne in catene e una umanità felice.

Vivian Maier, Self portrait