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Non vi sarà dato di avere donne in catene e una umanità felice

10 ottobre 2014

Il fatto che a Napoli un ragazzino sia stato violentato da alcuni ragazzi più grandi con un compressore ci racconta alcune cose precise: 1) se il ragazzino non avesse riportato i danni – che invece purtroppo ha riportato – all’intestino, ciò che gli è accaduto sarebbe stato assimilato dalla sua comunità per lo “scherzo” che i genitori degli aggressori tuttora sostengono che sia, 2) la violenza è un codice di relazione accettato, tollerato, sostenuto, appoggiato, praticato da grandi e piccini, 3) il tasso di corrispondenza delle donne al canone estetico loro imposto è stato culturalmente considerato sinonimo del loro valore (tanto più sei “bella”, tanto più hai valore, tanto più sei “brutta”, tanto più la tua persona, la tua vita, le tue preferenze sono disprezzabili): è stata questa l’anticamera del contagio per uomini, ragazzi e bambini, con l’aggiunta che i meccanismi di diversità / esclusione / violenza maschile sono diffusi e brutali. Per questo, anche per questo, il femminismo ha qualcosa di valore da dire non solo alle donne, ma all’umanità tutta. Non vi sarà dato di avere donne in catene e una umanità felice.

Vivian Maier, Self portrait

2 commenti
  1. 10 ottobre 2014 19:47

    L’ha ribloggato su Elena.

  2. 11 ottobre 2014 10:09

    Anche se non sono mai avvenuti episodi così estremi, pure nella mia classe liceale, ogni volta che qualcuno decideva di torturare un nostro compagno con atti di puro sadismo, se la cosa saltava fuori il colpevole (o più frequentemente i colpevoli) cercavano di pararsi il culo con l’alibi “Era uno scherzo.” Come se lo scherzo tutto giustificasse, come se lo scherzo fosse un lasciapassare per qualsiasi porcata.
    Per me invece è un’aggravante: non solo hai fatto del male ad un tuo compagno, ma l’hai fatto senza avere nemmeno un motivo valido, semplicemente per divertimento.

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