Dis-Integrazione
Dopo i fatti di Rosarno si inizia da più parti a parlare della necessità di una piena integrazione degli immigrati nella società italiana.
La questione dell’integrazione spesso sorvola sul fatto che è proprio nella società in cui dovrebbero essere integrati che gli immigrati vengono trattati come schiavi e tacciati di una violenza ingiustificata se provano a ribellarsi alla loro condizione. Il perchè dovrebbero voler integrarsi in una società così ipocrita e razzista è un fatto a dir poco oscuro.
Anzichè di integrazione, non sarebbe forse più auspicabile parlare di una necessaria dis-integrazione di questa società? Gli immigrati rappresentano oggi in Italia l’unica possibilità di un’autentica dissidenza nei confronti del potere, l’unico soggetto davvero attivo capace ancora di agire, perchè privato di tutto. Forse dovremmo unire le forze per un cambiamento radicale di questa società. Non integriamoci, disintegriamola!
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Ah sì, un nuovo disordine, radicale, sfacciato, sorgivo e giovane e incendiario:
“Tu mi guardi, senza parlare,
tu non parli,
e i tuoi occhi mi dicono:
uomo, poco farai tu che ciarli.
Ma fido in te!
T’apro la gabbia và!
Guardali, guardali, come fuggono!
Sono forsennati dall’orrore,
la paura gli à (sic!) tutti impazzati.
Potete andare, fuggite, fuggite,
egli vi raggiungerà!
E una di queste mattine,
uscendo dalla mia casa,
fra le consuete catapecchie,
non vedrò più le vecchie
reliquie tarlite,
così gelosamente custodite
da tanto tempo!
Non le vedrò più!
Avrò un urlo di gioia!
Ci sei passato tu!
E dopo mi sentirò lambire le vesti,
le fiamme arderanno
sotto la mia casa…
griderò, esulterò,
m’avrai data la vita!
Io sono una fiamma che aspetta!
Và, passa fratello, corri, a riscaldare
la gelida carcassa
di questo vecchio mondo!”
Aldo Palazzeschi
Per mio gusto personale, uno dei più grandi poeti di sempre.
splendida…