diseducational channel
Sugli scafisti dall’Albania: «Faremo un’eccezione per chi porta belle ragazze».
Sul caso Ruby: «Meglio appassionato di belle ragazze che gay».
Sugli sturpi: «Evitarli? Servirebbero tanti soldati quante belle donne».
A una precaria: «Da padre il consiglio che le do è quello di ricercarsi il figlio di Berlusconi o di qualcun altro che non avesse di questi problemi. Con il sorriso che ha potrebbe anche permetterselo».
Agli studenti universitari: «Potrei consigliare loro di utilizzare il loro tempo per fare la corte alle belle ragazze».
A me pare possibile che le dichiarazioni di un primo ministro abbiano qualche effetto sul comune sentire. Azzardando una previsione sul risultato di questa diseducazione sessuale di massa a reti unificate, nei prossimi anni avremo uomini di destra insigniti del titolo del consumatore-edonista, che vedranno la donna come oggetto di consumo, gadget di piacere e status symbol della posizione sociale, e poi avremo uomini di sinistra incastrati nel loro tipo misogino-incazzato, che vedranno la donna come oggetto di consumo degli uomini di destra, prototipo dell’ochina stupida, dell’arrampicatrice sociale o della naturale traditrice delle giuste cause.
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Diseducational channel, dici bene: la cosa più inquietante in tutto ciò è la “propedeutica a Berlusconi” che ci siamo trangugiati dagli anni ’80 in poi. Come? Ecco cosa scriveva qualcuno, che ci vedeva lungo, già nel 1973:
“La responsabilità della televisione, in tutto questo, è enorme. (…) Essa non è soltanto un luogo attraverso cui passano i messaggi, ma è un centro elaboratore di messaggi. È il luogo dove si concreta una mentalità che altrimenti non si saprebbe dove collocare. (…) Non c’è dubbio (lo si vede dai risultati) che la televisione sia autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di informazione al mondo. Il giornale fascista e le scritte sui cascinali di slogan mussoliniani fanno ridere: come (con dolore) l’aratro rispetto a un trattore. (…) Il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione (specie, appunto, la televisione), non ha solo scalfito l’anima del popolo italiano, ma l’ha lacerata, violata, bruttata per sempre.”
Guess who!
E non sapeva che cosa sarebbe venuto dopo, temo che non profetasse per il futuro inciucio culturale mediaset/rai, ma per il modesto e ancora decoroso panorama rai degli anni ’70, che oggi rimpiangiamo, pensa un po’!!!!!!
Pasolini vero? Diceva anche: “Nel momento in cui qualcuno ci ascolta nel video ha verso di noi un rapporto da inferiore a superiore, che è un rapporto spaventosamente antidemocratico”.
Su Internazionale di questa settimana, n. 874, Newsweek dice che Berlusconi controlla il 95% della televisione italiana.