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Italia, 2011

28 dicembre 2011

C’è ancora chi pensa che il lavoro intellettuale non serva a nulla, e perciò non abbia la stessa dignità di altri lavori.

C’è ancora chi pensa che l’occupazione di una donna sia meno importante di quella di un uomo, e che perciò lei debba (sempre e comunque) negoziare le sue priorità rispetto a quelle del suo compagno.

Se accendi la televisione a caso, un giorno, scopri – anche se non con grande sorpresa – che c’è ancora qualcuno che, in presenza di una coppia, dice: “Ti piace questa cucina, Federica? Potrai prepararci tante belle cenette per Marco”.

C’è una neomamma che si fa aiutare da uno psicologo perché il neopapà sembra non capire cosa significhi occuparsi di un neonato e di una casa: perché tra i due, il problema pensa di avercelo lei.

C’è una suocera che dice alla nuora, sull’orlo della crisi di matrimonio: “Ma lo sapevi che lui non faceva niente in casa!”.

C’è ancora chi pensa che la questione femminile non sia più un problema, perché la parità tra i sessi è stata raggiunta da un pezzo.

C’è ancora chi pensa che essere femminista oggi sia un capriccio, una fissazione di chi ormai vede ossessivamente intorno a sé manifestazioni di un problema immaginario (perché a noi i dati Istat piacciono soltanto quando ci va).

E c’è ancora chi pensa che nulla di tutto questo abbia a che fare con la crescita di questo paese.

One Comment
  1. Ilaria Durigon permalink*
    28 dicembre 2011 16:39

    Che la parità sia stata raggiunta lo credono in molti, troppi direi. Il fatto è che fa molto comodo pensare che sia così. Mi è capitato spesso di parlare con persone che, pur dimostrando capacità di critica in altri ambiti, rispetto al problema delle donne dimostravano un’ incapacità totale di comprendere la pesante discriminazione che ancora pesa nei nostri confronti. Non posso che pensare che lo facessero perché a molti va bene che sia così e che continui ad esserlo.

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